Testimonianze

Avvocato per Franchisee Milano

LegaleFranchisee è specializzato da anni nella consulenza in materia di contratti di franchising, ed ha maturato grande esperienza nell’assistere affiliati in franchising in tutta Italia e in tutti i settori del franchising.

Abbiamo ideato uno specifico servizio di assistenza legale, per venire incontro alle esigenze degli affiliati in franchising, basato su una particolare strategia realmente efficace ed utile per i franchisee.

Sono centinaia i casi di affiliati in tutta Italia trattati e risolti da noi di LegaleFranchisee, che ha permesso loro di superare rapidamente situazioni gravi o gravissime, grazie alla modifica dei termini contrattuali in modo finalmente vantaggioso, o l’interruzione di un contratto di franchising problematico e l’inizio di una nuova attività.

In alcuni casi siamo riusciti a fare ottenere ai franchisee, in modo rapido e indolore e senza necessità di intraprendere un contenzioso, un indennizzo, a fronte di irregolarità del contratto di franchising o di inadempimenti o scorrettezze del franchisor.

Riportiamo di seguito alcune di queste REALI TESTIMONIANZE

STORIE DI ORDINARIA FOLLIA NEL FRANCHISING: LA TESTIMONIANZA DI UN AFFILIATO

Pubblichiamo una mail che ci è stata inviata alcuni mesi fa da un ex affiliato di una nota catena in franchising nel settore dell’abbigliamento. Abbiamo deciso di pubblicarla perché a nostro avviso emblematica delle situazioni che purtroppo quasi quotidianamente ci vengono segnalate da affiliati in franchising in vari settori. Naturalmente, abbiamo omesso tutti i riferimenti specifici a nomi, luoghi o persone, per ovvia garanzia dell’anonimato dell’affiliato.

Gent.mo Avv. Pandolfini,

Le scrivo per riportare la mia esperienza.

In data … dicembre 20.. ho sottoscritto un contratto di franchising con … [nota azienda franchisor nel settore abbigliamento, n.d.r], della durata di 6 anni, per aprire un punto vendita … in franchising in  località … L’investimento per diventare loro affiliati ammontava a un totale di Euro 30.000 circa.

All’inizio ho versato in acconto a … un assegno di Euro 3.000 come caparra confermatoria; successivamente, a  febbraio ho fatto un bonifico di 18.000 Euro, di cui 10.000 Euro come cauzione conto vendita e i restanti 8.000 a saldo della fattura n. … per l’acquisto di mobili, cataloghi ecc… per l’apertura del punto vendita. Per coprire la somma mancante [a fronte dell’investimento inziale richiesto dal franchisor, n.d.r.], ho firmato in loro favore n. 18 cambiali del valore ciascuna di Euro 541,81, con scadenza mensile a partire dal mese di aprile 20… Inoltre, come ulteriore garanzia sono state richieste e firmate da [familiare del franchisee, n.d.r.] ulteriori  5 cambiali da 1.000 Euro ciascuna, senza scadenza, che … si impegnava a restituire alla scadenza del contratto. Infine, in sostituzione di una richiesta fideiussione di 10.000 euro, sono state firmate 10 cambiali da 1.000 Euro ciascuna, con scadenza a partire dal  mese di gennaio 20.. .

Sin da subito si sono evidenziate da parte loro  [cioè del franchisor, n.d.r.] varie scorrettezze. Ad esempio, il mobilio da loro inviatoci  e che sarebbe dovuto essere in comodato gratuito invece ci è stato regolarmente fatturato nella fattura.  I mobili, pur essendo stati pagati da noi per nuovi, erano rotti e vistosamente usati. La cassa era mancante dello zoccoletto sottostante (che abbiamo dovuto compensare con del cartone), e si sbriciolata come il pane, perdendo i pezzi. Le basi mancavano dei piedini, una aveva il vetro rotto e gli sportelli non chiudevano bene, inoltre delle 2 gondole centrali non c’era  nemmeno l’ombra . Quindi il … marzo 20.., data in cui è avvenuta l’inaugurazione del negozio , abbiamo dovuto arrangiarci ad aprire con un’accozzaglia di mobili vecchi.

A nulla sono servite le telefonate e varie mail che abbiamo spedito loro per richiedere  la sostituzione dei pezzi difettosi. Tutte le volte che ci lamentavamo, o ci ignoravano o ci ricordavano che avevano in mano le cambiali. Finalmente, dopo più di 7 mesi dopo l’apertura del punto vendita abbiamo ricevuto le parti mancanti, che non erano neppure tutte.

Ma  a parte questo problema, sin da subito abbiamo appurato che nonostante, specialmente nel periodo estivo, si vendesse discretamente e i  ricavi ci fossero, il nostro guadagno era inesistente, per colpa della politica di … che prevede di settimana in settimana continui sconti. A ciò  si aggiungevano per noi, costi aggiuntivi obbligatori per contratto: affissioni pubblicitarie locali trimestrali, ben mille cataloghi ogni trimestre, esose spese di spedizione per ogni pacco, settimanalmente spese per vetrofanie e continue richieste di spese che azzeravano i nostri guadagni. A ciò si aggiungeva  che dopo soli 5 mesi dall’apertura ci è stata imposta (sempre per contratto) la chiusura di un giorno per un inutile inventario dal costo di Euro 250,00 .

Stando così le cose, i guadagni non bastavano  nemmeno a coprire i costi di affitto, luce, telefono, commercialista, pulizie ecc. E di stipendio per me nemmeno un centesimo. Per tutti questi mesi ho lavorato senza percepire stipendio e solo per pagare le continue richieste di … che ci obbligava continuamente all’acquisto di suoi prodotti. Per pagare … abbiamo dovuto rimetterci di tasca nostra o chiedere dei prestiti . così la nostra qualità di vita e le nostre capacità economiche sono sempre più peggiorate. Alle nostre lamentele, … si trincerava dietro un assoluto mutismo o ci rispondeva con la giustificazione che era stato firmato un contratto dove era già menzionato tutto.

A ciò si  aggiunge che passato il periodo estivo e partendo i  turisti e villeggianti da …, le vendite si sono quasi azzerate poiché tramontato il momento dei costumi e dei copricostumi, i capi … non incontravano il gradimento della clientela in quanto rimanevano sempre gli stessi proposti  ora per la stagione primaverile, ora per l’autunno e persino per l’inverno. Stagione in cui la clientela ci richiedeva maglioni, cappotti, piumini, capi di lana mentre noi avevamo un assortimento di abiti smanicati in cotone, tubini con bretelle, gonne e abitini in pizzo, camicette e magliette semitrasparenti e per di più senza l’assortimento delle taglie. Spesso non vendevamo nulla e la sera chiudevamo con guadagno zero, ma nonostante ciò le fatture di … continuano imperterrite ad arrivare come sempre ogni 10 giorni.

Credevo che aprendo una boutique … avrei avuto la soddisfazione di una attività tutta mia e dei guadagni, invece è  stata una disfatta totale che non solo non ha portato un solo centesimo in tasca ma che mi ha visto rimettere di tasca mia fino al punto di cadere nella miseria. A ciò si aggiunge che dopo tanti soldi versati, prestiti  e tanti sacrifici non mi sono mai sentita nel mio stesso negozio come la titolare perché per ogni cosa o per ogni minuzia piovevano telefonate e mail di rimproveri duri, Imposizioni, continue vessazioni che trovavano riscontro nel contratto e che quindi non potevo controbattere, senza contare le continue improvvisate da parte di una loro inviata, denominata “tutor” che giungeva all’improvviso con imposizioni, rimproveri e quant’altro . Tutte queste vessazioni psicologiche unite a  zero guadagni e perdite, hanno fatto diventare quello che doveva essere una sicurezza per me in un incubo quotidiano che secondo contratto sarebbe dovuto durare 6 anni. Ma nessuno può gestire una simile situazione per così lungo tempo senza rischiare l’esaurimento nervoso o il baratro di una vita da barboni che hanno perso tutto!.

Intanto mi era arrivata una ingiunzione di sfratto non potendo più pagare l’affitto al padrone del locale ove risiedeva il nostro punto vendita. In data 5 febbraio per sfuggire ad un possibile  pignoramento, abbiamo messo la merce nel magazzino dietro il negozio e non abbiamo più aperto. Qualcuno mandato da … ha spiato fotografando il negozio vuoto dalla merce conservata nel retrobottega. Il 12 febbraio abbiamo mandato una mail a … seguita da una raccomandata AR dove comunicavamo la chiusura del nostro punto vendita a causa dei mancati proventi dovuti allo scarso gradimento della merce e chiedevamo la fatturazione come da contratto giunta poi mesi dopo. La nostra cauzione di 10.000 Euro è rimasta nelle loro mani e non ho più avuto modo di pagare le cambiali a loro firmate.

Nel frattempo venivo contattata da un’altra ex affiliata anch’essa scottata dalla gestione … e subito dopo inserita in un gruppo su whattsapp dove in poco tempo si erano ritrovati una quindicina di ex affiliati che da quello che raccontavano in chat, si ritenevano scottati e rovinati economicamente al pari nostro. Mi sono lasciata andare a sfoghi momentanei scrivendo ciò che avevo subito. Ma dopo alcuni mesi, delusa dalle troppe chiacchiere e niente fatti, ho abbandonato la chat.

Di recente sono stata contattata dai Carabinieri della mia città che mi invitavano in caserma, dove mi avvertivano che la signora … in qualità di amministratrice di … mi aveva denunciato per diffamazione per alcune frasi da me esternate nella chat del gruppo di whattsapp.  Mi veniva altresì comunicato che esisteva una lista di denunciati, tutti appartenenti alla stessa chat. Ma era evidente che qualcuno dei partecipanti alla chat aveva inviato i contenuti alla … ed ora essi sono materia di indagine della procura di …, come è evidente che … non soddisfatti dei danni economici procuratici ,conta di poter ancora spolpare l’osso rimasto chiedendo un risarcimento danni. Il mio timore è che essendo io impiegata statale, essi potrebbero dunque attingere al mio stipendio, completando l’opera di impoverimento iniziata su di noi con il negozio.

Quale commento possiamo fare a questa agghiacciante testimonianza?

Primo. Non si tratta di una situazione isolata o rara. Purtroppo, si tratta di situazioni che accadono frequentemente nel mondo del franchising in Italia, e di cui veniamo a conoscenza (spesso, purtroppo, troppo tardi) quasi quotidianamente. Il che non significa, sia ben chiaro, che situazioni come queste siano la norma nel mondo del franchising, né tantomeno che tutte le aziende franchisor si comportino come quella menzionata nella mail; ma significa comunque che queste situazioni sono frequenti, troppo frequenti. E questo non va bene. Anzi, non va per niente bene.

Secondo. Come emerge da questo drammatico resoconto, le aspettative degli affiliati che entrano a far parte di una rete in franchising, soprattutto se nota e “famosa”, sono di solito quelle di ottenere, se non lauti guadagni, guadagni sicuri, ottenuti con la soddisfazione di svolgere un’attività in proprio. “Credevo che aprendo una boutique … avrei avuto la soddisfazione di una attività tutta mia e dei guadagni..”, scrive l’affiliato. Ma questa è, sempre, una pia illusione. L’affiliato non si rende infatti conto – né tantomeno il franchisor pensa a fargliene rendere conto – che non avrà mai alcuna certezza di guadagno per il fatto stesso di entrare a far parte di una rete in franchising. E ciò per la semplice ragione che è e resterà un imprenditore che rischia in proprio, con l’aggravante di non poter neppure decidere tutti gli aspetti della propria attività (prezzi, prodotti, marketing) etc., perché questi sono decisi dal franchisor. L’unica certezza che l’affiliato ha è quella delle spese che dovrà sostenere per l’apertura del punto vendita, e di quelle che dovrà continuare a pagare al franchisor, qualunque cosa accada, al franchisor (prezzo della merce, royalties etc.).

Terzo. Molto spesso, al momento della firma del contratto il franchisor richiede all’affiliato delle cambiali a garanzia (spesso in bianco) o una garanzia bancaria a prima richiesta (cioè che dovrà essere comunque pagata dalla banca a semplice richiesta del franchisor, con successiva rivalsa nei confronti dell’affiliato). Così facendo, il franchisor si precostituisce una micidiale arma di ricatto nei confronti dell’affiliato, che si azzarda a non onorare il contratto (e quindi ad esempio a non ordinare la merce, a interrompere il contratto prima della scadenza etc.) rischia di perdere gli importi (spesso ingenti) dati in garanzia. Così facendo, l’affiliato si trova a dovere andare avanti, con le mani legate, cadendo sempre più nel precipizio e nella miseria.

Quarto. L’affiliato crede che, entrando a far parte della rete in franchising, verrà aiutato, sostenuto, o almeno preso in considerazione dal franchisor, qualora avesse difficoltà. Anche questa è, spesso, una pia illusione. Il franchisor spesso (per fortuna non sempre) non considera i suoi affiliati come partners (come invece dovrebbe essere), ma come limoni da spremere, fino all’ultima goccia. E quindi ignora sistematicamente le richieste o le lamentele degli affiliati, se non addirittura adotta comportamenti vessatori nei confronti degli stessi. “Alle nostre lamentele, … si trincerava dietro un assoluto mutismo o ci rispondeva con la giustificazione che era stato firmato un contratto dove era già menzionato tutto”.

Quinto. Già, il contratto. E veniamo all’ultimo punto, forse il più importante di tutti. Quasi tutta la regolamentazione dei rapporti tra franchisor e franchisee non è contenuta nella legge (neppure nella legge n. 129/2004), ma, appunto nel contratto. Fin qui nulla di male: è esattamente ciò che accade in tutti i contratti commerciali, che sono appunto regolamentati dall’autonomia privata. Solo che i contratti di franchising sono, sempre, predisposti dal franchisor, in modo da venire incontro ai propri interessi, e non (o comunque non sufficientemente) a quelli dell’affiliato. Ma di questo, l’affiliato non si rende conto nel momento in cui firma il contratto. Confida nel franchisor, soprattutto se già noto sul mercato, credendo che, una volta chiarito l’spetto economico (ammesso che sia chiarito), il più è fatto. E così facendo, firma non solo il contratto, ma anche la propria condanna.

Non ci stancheremo mai di sottolineare – e la testimonianza che abbiamo riportato ne è l’ennesima, drammatica conferma – che l’unica, vera tutela dell’affiliato in franchising è quella di tipo preventivo, cioè al momento della firma del contratto. Se l’affiliato firma il testo che gli viene proposto dal franchisor senza verificarlo, controllarlo, correggerlo e modificarlo, difficilmente potrà risolvere i problemi a cui andrà in seguito incontro. Perché una volta firmato il contratto, sempre che questo sia valido – e di solito lo è – l’affiliato non può più fare nulla, a meno che non vi siano evidenti violazioni da parte del franchisor di propri precisi obblighi contrattuali, cioè espressamente previsti nel contratto (il che accade raramente).

Quindi, l’invito che ripetiamo agli affiliati è: rivolgetevi al nostro studio prima di firmare il contratto di franchising che vi viene proposto. Inviateci il contratto e chiedeteci la nostra consulenza. Vi faremo in pochi giorni un prospetto chiaro di tutte le lacune, rischi e problematiche che la bozza che vi è stata posta dal franchisor presenta per voi, indicandovi tutti i punti da integrare, modificare o eliminare per la vostra tutela. Avvieremo quindi una trattativa con il franchisor per migliorare il testo del contratto in modo quantomeno sufficiente per assicurarvi un futuro senza troppi rischi. Fermo restando che sarete comunque voi a decidere se firmare il contratto o meno.

Se comunque avete già firmato un contratto di franchising e vi trovate in una situazione simile a quella della testimonianza che abbiamo pubblicato, rivolgetevi al nostro Studio prima possibile. Se l’affiliato che ci ha inviato la sua testimonianza ci avesse contattato prima, senza attendere di cadere nel baratro in cui è caduto, la situazione sarebbe stata gestibile in modo, se non ottimale – questo è infatti possibile solo chiedendo la nostra consulenza prima di firmare il contratto, come abbiamo detto – almeno tale da evitare il peggio. Quindi il suggerimento è: contattateci appena si verificano i primi problemi con la vostra attività in franchising, qualunque essi siano; non aspettate che la situazione degeneri, illudendovi di riuscire in qualche modo a gestirla. Altrimenti, sarà troppo tardi.

GRUPPO DI AFFILIATI NEL SETTORE DEI SERVIZI POSTALI

Abbiamo assistito con successo un gruppo composto da una decina di affiliati ad una nota rete in franchising nel settore dei servizi postali, ubicati in varie zone d’Italia.

Gli affiliati, tramite il portavoce del gruppo, si sono rivolti al nostro studio in quanto lamentavano una serie di disservizi, inadempienze ed irregolarità del loro rapporto contrattuale – più o meno analoghe per i vari affiliati – e ci hanno sottoposto la bozza di un nuovo contratto di franchising che il franchisor aveva loro sottoposto alla firma.

Abbiamo quindi svolto un’analisi dei rischi, lacune e punti deboli della nuova bozza di contratto, che abbiamo discusso e chiarito con gli affiliati per stabilire le priorità nella negoziazione con il franchisor, in rapporto alle loro esigenze.

Successivamente abbiamo iniziato una trattativa con il franchisor per modificare i punti più rilevanti della nuova bozza, in modo da evitare i rischi evidenziati e tutelare in modo ottimale gli affiliati.

La trattativa ha avuto ottimo successo, anche perché:

  1. al franchisor sono state prospettate le inadempienze relative al contratto in essere – che avrebbero potuto sfociare in un contenzioso con richiesta di risarcimento danni – e ciò ha indotto il franchisor ad essere maggiormente disposto a concedere le modifiche richieste;
  2. sono stati coinvolti molti affiliati, che costituivano buona parte della rete in franchising, e questo ha consentito di porre la trattativa su un piano di forza nei confronti del franchisor.

Grazie alla nostra assistenza, gli affiliati hanno quindi sottoscritto un nuovo contratto di franchising, molto più equilibrato e tutelante di quello in precedenza firmato.

AFFILIATO DI UN FRANCHISING COMPRO ORO

Ero affiliato in franchising di una rete compro oro, con un punto vendita a Roma.

Non ero soddisfatto dell’andamento dell’attività in quanto la stessa da tempo non era assolutamente redditizia. Avevo pertanto intenzione di fuoriuscire dal franchising per continuare a svolgere autonomamente la stessa attività in modo più vantaggioso. Avevo segnalato tale intenzione al franchisor, ma senza ottenere un buon risultato, anche perché nel contratto era presente un obbligo di non esercitare attività in concorrenza dopo lo scioglimento del contratto, con collegata una pesante penale in caso di inadempienza.

Mi sono allora rivolto all’Avv. Pandolfini, avendo visionato alcuni video su internet. Ho inviato una prima richiesta di contatto, allegando il mio contratto, e il giorno dopo sono stato contattato telefonicamente dall’avvocato, che mi ha chiesto alcuni chiarimenti circa la mia situazione e le mie intenzioni. L’avv. Pandolfini mi ha quindi inviato una mail nella quale mi ha esposto in modo chiaro ed esauriente quali erano le possibilità per ottenere il risultato che volevo e i costi della sua assistenza.

Ho quindi deciso di aderire alla proposta di assistenza, anche perché molto vantaggiosa economicamente. L’Avv. Mi ha inviato l’incarico di assistenza e l’attività è iniziata subito. Non vi è stata necessità di recarsi a Milano; mi sono sentito varie volte con l’avvocato per telefono e via e-mail, ed è stato più che sufficiente.

L’Avv. Pandolfini ha predisposto e inviato al franchisor – dopo che avevo approvato il testo – una lettera di contestazione molto dettagliata. Lo scopo di tale lettera era di fare presente al mio franchisor una serie di irregolarità, in modo da smuoverlo e “costringerlo” ad un accordo, senza però iniziare una causa vera e propria.

Tutto è andato nel migliore dei modi. Dopo pochi giorni dall’invio della lettera l’avv. Pandolfini mi ha contattato per dirmi che aveva ricevuto una lettera di risposta da un legale del franchisor, che aveva poi contattato e con il quale aveva stabilito le linee generali dell’accordo. Nei giorni successivi abbiamo chiarito e approfondito i termini dell’accordo, che abbiamo poi sottoscritto.

Grazie a questo accordo ho potuto interrompere il mio rapporto con il franchisor e iniziare finalmente un’attività di compro oro in proprio, oltretutto dallo stesso punto vendita, pagando al franchisor un importo molto inferiore rispetto alla penale prevista nel contratto.

Sono molto contento dell’assistenza ricevuta dall’avv. Pandolfini e del risultato raggiunto, anche perché in tempi brevissimi (poco più di un mese) e con un costo contenuto.

SOCIETÀ ATTIVA NEL CAMPO DELLA COMPRAVENDITA DI OGGETTI IN ORO

Ho avviato un’attività nel campo commercio di oggetti preziosi usati in lega d’oro, stipulando un contratto di franchising con una nota catena di compro-oro.

In un primo tempo l’attività procedeva abbastanza bene. Tuttavia, successivamente, a  causa delle mutate condizioni di mercato i margini di profitto si erano progressivamente ridotti, fino a rasentare lo zero. Avevo più volte cercato di convincere il franchisor a modificare le condizioni economiche, ma senza ottenere alcun esito, e ciò aveva sempre più deteriorato i rapporti con il franchisor, fino a rendere la situazione insostenibile. Però credevo molto nella mia attività e mi dispiaceva interromperla, vanificando tutti gli sforzi e i sacrifici economici che avevo fatto negli anni.

Mi ero rivolto inizialmente ad uno studio legale, il quale mi aveva consigliato di fare subito causa al franchisor. Avevo però seri dubbi su questa soluzione, per i costi legali e per i tempi lunghi che si prospettavano, oltre che per i rischi di insuccesso (che avrebbero tra l’altro comportato l’impossibilità di svolgere l’attività per un certo periodo). Mi sono rivolto allora allo Studio legale Pandolfini, che avevo letto su internet essere qualificato nell’ambito del franchising, e gli ho esposto la mia situazione e le mie esigenze. L’Avv. Pandolfini ha compreso la situazione e mi ha indicato molto chiaramente i pro e contro e le possibili alternative. Mi ha inoltre fornito un preventivo preciso dei costi legali.

Avendo avuto una buona impressione– anche perché finalmente avevo trovato un professionista che capiva davvero i miei problemi – e dato che i costi legali erano assolutamente abbordabili, ho incaricato lo Studio Pandolfini di assistermi per cercare di migliorare la mia situazione, possibilmente senza interrompere il rapporto con il franchisor.

L’Avv. Pandolfini ha analizzato il contratto di franchising e mi ha prospettato chiaramente le possibili alternative e soluzioni. Abbiamo quindi condiviso i punti essenziali per rendere accettabile la prosecuzione del rapporto di franchising. L’Avv. Pandolfini ha quindi immediatamente inviato una lettera di contestazione molto articolata al franchisor, e subito dopo ha intavolato una trattativa con i legali del franchisor, che ha portato ad una modifica di alcune condizioni del contratto, per me molto importanti, in tempi molto brevi. In questo modo ho potuto continuare la mia attività in modo più redditizio.

Ho ricevuto una consulenza molto professionale, attenta ed efficace.  Il trattamento economico è stato molto vantaggioso, in rapporto al risultato ottenuto. Mi sento quindi di consigliare questo studio a tutti i franchisee che decidano di migliorare il loro rapporto con il franchisor.

EX FRANCHISEE ATTIVA NEL CAMPO DEGLI ARTICOLI PER ANIMALI DOMESTICI

Facevo parte di una rete in franchising nel campo degli articoli per animali domestici, che da sempre era la mia passione. Mi ero decisa ad entrare a far parte di un franchising attratta dalle potenzialità economiche che mi erano state illustrate dal franchisor, sicura che avrei avuto successo anche perché decisa a dedicare anima e corpo a questa attività. Purtroppo, le cose non sono andate come credevo e speravo. Nonostante il mio impegno, i risultati economici della mia attività erano molto deludenti, di gran lunga inferiori rispetto a quelli che erano stati prospettati dal franchisor prima di firmare il contratto. Praticamente, dopo due anni dall’inizio del contratto non solo non avevo avuto ancora utili, ma anzi stavo accumulando sempre più debiti. Avevo cercato molte volte e in ogni modo di risolvere la situazione con il franchisor, che però si era sempre dimostrato insensibile alle mie richieste. Ero esasperata perché mi sentivo letteralmente imprigionata in una situazione dalla quale non riuscivo ad uscire.

Mi sono quindi rivolta a LegaleFranchisee, di cui avevo visionato il profilo tramite internet.  Ho esposto la mia situazione e la mia volontà di risolvere i miei problemi prima possibile, dato che non riuscivo più ad andare avanti. L’Avv. Pandolfini ha esaminato approfonditamente la mia situazione, individuando alcune irregolarità nel contratto di franchising che avevo firmato e soprattutto una serie di inadempienze del franchisor , alcune delle quali avevo sottovalutato o addirittura ignorato. Abbiamo quindi discusso le possibili alternative, giungendo alla conclusione che la strada migliore era quella di interrompere subito il contratto con il minor costo possibile e soprattutto senza iniziare un contenzioso, che sarebbe stato lungo e pieno di imprevisti.

L’Avv. Pandolfini mi ha quindi prospettato molto chiaramente quali erano le possibilità dal punto di vista legale per sciogliere il contratto e la strategia più opportuna per raggiungere questo risultato.  Ha quindi inviato al franchisor una lettera di contestazione molto dettagliata, elencando tutte le mancanze del franchisor e tutte le irregolarità del contratto. Ricevuta la lettera, il franchisor ci ha contattato ed abbiamo iniziato una trattativa per lo scioglimento del contratto. Terminata la trattativa – che è stata fortunatamente piuttosto breve – abbiamo sottoscritto un accordo di risoluzione consensuale del contratto, che mi ha permesso di uscire finalmente da un rapporto fallimentare ed intraprendere una nuova attività.

LegaleFranchisee si è dimostrato un team di professionisti molto serio, affidabile e preparato nel campo del franchising. Mi ha impressionato favorevolmente soprattutto la capacità dell’Avv. Pandolfini e dei suoi collaboratori di comprendere veramente la mia situazione e le mie esigenze e di individuare la strada migliore per tutelare i miei interessi, evitando spese inutili.  Mi sento quindi di consigliare LegaleFranchisee, che ha risolto una difficile situazione tempestivamente e ad un costo non elevato. Sicuramente mi avvarrò di LegaleFranchisee anche in futuro (naturalmente se ne avessi bisogno!).

FRANCHISEE ATTIVO NEL CAMPO DELLE RELAZIONI PERSONALI

Avevo avviato un’attività in franchising nel campo delle relazioni personali, con un noto franchisor. Dall’inizio, le cose non erano andate bene: continue divergenze con il franchisor, disservizi, andamento economico non brillante. I rapporti con il franchisor si sono sempre più deteriorati, fino a diventare insostenibili.

Però credevo molto nella mia attività e mi dispiaceva interromperla, vanificando tutti gli sforzi e i sacrifici economici che avevo fatto negli anni.

Mi sono rivolto allora a LegaleFranchisee, che avevo letto su internet essere qualificato nell’ambito del franchising, e gli ho esposto la mia situazione e le mie esigenze. L’Avv. Pandolfini ha compreso la situazione e mi ha indicato molto chiaramente i pro e contro le possibili alternative. Mi ha inoltre fornito un preventivo preciso dei costi legali.

Avendo avuto una buona impressione – perché finalmente avevo trovato qualcuno che capiva davvero i miei problemi – e dato che i costi legali erano assolutamente abbordabili, ho incaricato LegaleFranchisee di assistermi per cercare di migliorare la mia situazione, possibilmente senza interrompere il rapporto con il franchisor.

L’Avv. Pandolfini ha analizzato il contratto di franchising e mi ha esposto le possibili soluzioni per migliorarlo nel mio interesse. Abbiamo quindi condiviso i punti essenziali da modificare. L’Avv. Pandolfini ha quindi contattato il franchisor e intavolato una trattativa che ha portato ad una modifica di alcuni termini del contratto. In questo modo ho potuto continuare l’attività in modo più redditizio.

Ho ricevuto una consulenza molto professionale, attenta ed efficace.  Il trattamento economico è stato molto vantaggioso. Mi sento di consigliare LegaleFranchisee a tutti i franchisee che decidano di migliorare il loro rapporto con il franchisor.

EX FRANCHISEE ATTIVO NEL CAMPO DELLA COMMERCIALIZZAZIONE DI PRODOTTI ELETTRICI

La nostra società aveva deciso di affiliarsi ad un network in franchising attivo nel campo della commercializzazione di prodotti elettrici. Prima di firmare il contratto, ci era stato detto dal franchisor

che la rete in franchising era composta da un certo numero di affiliati, che era titolare di un marchio affermato, che ci sarebbero state ottime probabilità di guadagno e che ci avrebbe supportato nel business attraverso formazione investimenti pubblicitari.

Ci eravamo quindi convinti di entrare a far parte di una rete distributiva collaudata ed affermata sul mercato.

Purtroppo, dopo avere stipulato il contratto ci eravamo accorti che molte cose che ci erano state dette erano false. Gli affiliati erano molti meno di quanto dichiarato dal franchisor; il franchisor non era titolare di un marchio registrato; il business plan che ci era stato dato era del tutto falso.

Inoltre, il franchisor non ci forniva alcun supporto nello svolgimento della nostra attività commerciale, ritardava le forniture o non le consegnava affatto, non effettuava alcuna pubblicità e non era in grado di  risolvere nemmeno banali problematiche di assistenza.

Il risultato è che in poco tempo abbiamo perso gran parte della nostra clientela e subito un grave discredito commerciale.

Ci siamo quindi rivolti a LegaleFranchisee per tutelare i nostri diritti. L’Avv. Pandolfini ci ha esposto la normativa che regolamenta il franchising e ci ha prospettato in modo chiaro le nostre possibilità di tutela. Ci ha quindi inviato un preventivo dei costi legali, che abbiamo accettato.

L’Avv. Pandolfini ha quindi scritto una lettera di diffida al franchisor, che non ha avuto esito, e contemporaneamente una denuncia all’Autorità Garante per pubblicità ingannevole del franchisor. Abbiamo quindi promosso una causa contro il franchisor per ottenere la risoluzione del contratto e il risarcimento dei danni.

La causa è stata piuttosto lunga, ma alla fine il Giudice ci ha dato ragione e ha condannato il franchisor a risarcirci i danni, anche se non tutti quelli che avevamo richiesto. Abbiamo infatti ottenuto la restituzione della entry fee che avevamo versato all’inizio e le spese che avevamo affrontato per la pubblicità e l’affitto dei locali. Nel frattempo abbiamo potuto iniziare una nuova attività, che ci stà dando buone soddisfazioni.

Anche se la causa non ha avuto l’effetto che speravamo (soprattutto per la tempistica) LegaleFranchisee si è rivelato un gruppo di avvocati molto serio, onesto e preparato. Ci rivolgeremo di nuovo a LegaleFranchisee, se dovessimo avere necessità di assistenza legale in futuro.

EX FRANCHISEE ATTIVO NEL CAMPO DELLE ENERGIE RINNOVABILI

La nostra società, attiva nel campo delle energie rinnovabili, faceva parte, in qualità di affiliata, del franchising network  Universal. Non eravamo soddisfatti della relazione commerciale con il franchisor, dato che questi da tempo si era reso artefice di una serie di disservizi e disfunzioni, sotto profilo della fornitura dei prodotti, dell’assistenza e della formazione.

Il contratto di franchising aveva una durata residua di circa 3 anni, e non prevedeva la possibilità dell’affiliato di recedere anticipatamente. Inoltre il contatto conteneva un patto di non concorrenza post-contrattuale, che obbligava l’affiliato a non svolgere, direttamente o indirettamente, attività in concorrenza con quella del franchisor per 1 anno dopo il termine del contratto.

Abbiamo contattato LegaleFranchisee per ricevere consulenza ed assistenza in ordine alla cessazione del rapporto contrattuale con il franchisor. In particolare, la nostra richiesta era duplice: a) terminare il contratto senza oneri economici a nostro carico; b) poter legittimamente continuare ad esercitare la stessa attività che esercitavamo prima, in proprio, subito dopo lo scioglimento del contratto.

LegaleFranchisee, dopo avere esaminato attentamente il contratto di franchising, la pregressa corrispondenza intercorsa tra le parti e ricevuto da noi una serie di delucidazioni, ci ha esposto chiaramente quali fossero le reali possibilità di raggiungere un accordo di scioglimento del contratto, ed i rischi derivanti da un eventuale contenzioso, soprattutto con riferimento al patto di non concorrenza. Dopo avere chiesto ed ottenuto una serie di chiarimenti, abbiamo accettato il preventivo dei costi legali, ed abbiamo quindi incaricato quest’ultimo di assisterci nella gestione della vertenza stragiudiziale con il franchisor, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi sopra descritti.

LegaleFranchisee ha inviato al franchisor una dettagliata lettera nella quale venivano in particolare evidenziati: a) una serie di irregolarità del contratto, sotto il profilo del contrasto con la L. n. 129/2004 sul franchising; b) alcuni inadempimenti contrattuali da parte del franchisor; c) alcuni profili di illegittimità della clausola di non concorrenza post-contrattuale, sotto il profilo della disciplina del codice civile e delle normativa antitrust.

LegaleFranchisee ha quindi iniziato una trattativa con i legali del franchisor, i quali inizialmente non erano propensi ad un accordo di scioglimento anticipato del contratto, se non previo versamento da parte nostra di un cospicuo indennizzo. Tuttavia, LegaleFranchisee ha evidenziato i rischi che un eventuale contenzioso avrebbe presentato anche per il franchisor, consistenti nella possibile nullità del contratto per contrasto con la L. n. 129/2004 e nella possibile risoluzione del contratto per inadempimento imputabile al franchisor, con conseguente risarcimento dei danni in favore del franchisee.

Grazie a questa strategia LegaleFranchisee è riuscito a concludere un accordo transattivo per noi molto vantaggioso, che ci ha consentito di evitare un difficile e costoso contenzioso e di raggiungere in tempi brevi i due obiettivi principali che si eravamo preposti, cioè: a) lo scioglimento anticipato del contratto, a  partire da una data prefissata, senza il pagamento di alcun indennizzo, ma solo delle forniture già ordinate in precedenza; b) l’eliminazione del patto di non concorrenza post-contrattuale, in modo da poter continuare ad esercitare la nostra attività subito dopo lo scioglimento del contratto, senza dover pagare alcun indennizzo.